Oggi
riverbero degli estinti, la gente si veste bene
Per
tornare all’origine
Perché
dalla polvere di un accatasto
nasca
Un’agnizione
a procedere.
Sciatti
nell’aria cenerina di novembre
Fiori
ispessiti dalla lima del timore
Lambiscono
cauti l’incuria dell’abisso
Dispensati
dal credere
Strascichi
impigliati nel consueto,
la
tomba s’apra anzitempo
Svelando
il campo inaridito
Dei
loro sguardi di loto.
No,
Non
basta una litania
A
far piovere dolcezza.
Nemmeno
la riga di una poesia
L’ombra
di un crisantemo.
Se
non questi versi
Siano
già fiori del trapasso.
E
io, chiodando la barra spaziatrice di un computer,
Stia
solo giocando d’anticipo
Sul
costo di una morte impianta.
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