Oggi è il 25 aprile.
Giorno della Liberazione italiana dalla morsa infernale tedesca.
Oggi ingioiellate signore e compunti mariti sosteranno commossi davanti a corrosi monumenti pregando e commemorando.
Il tutto mentre allampanati ragazzini e truccate ragazzotte ne approfitteranno per sciorinare annacquati aggiornamenti di comizi d'amore mediaticamente appesantiti da sdrucciolevoli tronisti e luminose corteggiatrici trascinando come bovini al pascolo l'attrazione del momento.
Perchè le feste, le ricorrenze per gli esseri umani medi sono queste:momenti.
Pezzi di vita strappati a viva forza dal mulinello dell'esistenza recuperati a stento e messi ad asciugare al sole di un'elettrica novità.
Momenti e nulla più in cui s' allenta la stretta, molla la presa per un attimo la morsa e respira come chi finalmente riesce a mettere la testa fuori dall'acqua putrida.
Ma non c'è troppo da star allegri quando persino loro sanno bene d'avere un domani in cui dovranno tornare in trincea a combattere.
Persino loro.
Ed è allora che ci si rende conto che è impossibile eludere la guardia, e allora che capisci che la fuga ti è negata , ed è allora che comprendi che ognuno di noi annaspa cieco nella sua limitata libertà.
Siamo cani alla catena del dolore.
Il resto sono solo croccantini e vitamine utili a rivitalizzare il pelo della vanità umana.
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