Aumentano in Italia il numero dei suicidi.
Gente che rinuncia a lottare prima dell’ultimo gong.
Prima che gli venga offerta la spugna di un’estrema speranza di vita.
Anime consegnate a una fredda statistica buona a dimostrare
che in Italia si sta male.
Ottime per fomentare l’ennesima rivoluzione di un popolo
impotente cui non è bastato il perbenismo tecnico di un Governo illuminato a
nascondere la scia di un malessere iniquo e strisciante.
Il guaio è che non servirà neppure adesso temo.
Nessuno ascolterà il messaggio racchiuso in queste morti
prima del limite.
Nessuno si curerà dell'eco arido e disperato di queste persone disperse anzitempo nel caos organizzato dell’esistenza.
Molti lo baratteranno con il nuovo tormentone musicale dell’estate
e l’ultima pioggia di primavera.
Un pezzo di cocco e il mare tranquillo al posto dell’urlo
agghiacciante di mogli vedove, figli orfani aggrappati insieme ad un tormento che resterà solo
pure lui a squarciare le notti come un colpo di rasoio su un velo trasparente.
Come è cristallino il baccano di chi vegeta nell’incubo di
una prematura impossibilità.
Come è triste arrendersi alla potenza di un sentimento inespresso.
Come è penoso dirsi addio senza sussurrarsi un arrivederci.
Come è penoso dirsi addio senza sussurrarsi un arrivederci.
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