E’ un territorio ormai conquistato il campionato di calcio. Assoggettato
al bianconero juventino.
Dominio confermato anche
sabato sera da una roccaforte che s’è permessa il lusso d’avanzare il
baricentro arretrato e mettere la parola fine ad un torneo che il Napoli però, tormentato
dal peso di troppe aspettative, non ha
mai tentato di schiudere.
Illusorio il gol di Inler. Una
dilazione di una sentenza già discussa in contumacia da Buffon e compagni.
Il colpevole di tutto questo
è Giorgio Chiellini.
Il suo sigillo impresso a
fuoco vivo sul campionato in qualche modo, fa male perchè spegne, un desiderio che prude, un'ansia di pallone che
grida misericordia che vuole ancora essere torturata dagli sgherri del suo regno,
dalle streghe che porta nel suo arroventato seno, dentro il ventre di un
pallone ormai sgonfio.
Sotto tuttavia il nulla
appeso alle lune altalenanti di campioni periodici da rotocalchi ricorrenti.
Inutile sogghignare entusiasti.
Il loro vuoto ciondolare è anche nostro.
Noi che ci perdiamo e cerchiamo per strade sconosciute di incontrarci e non lasciarci sviare, ci ritroviamo nel buio.
Un'oscurità totale, senza promesse, nè mutui soccorsi.
Noi che ci perdiamo e cerchiamo per strade sconosciute di incontrarci e non lasciarci sviare, ci ritroviamo nel buio.
Un'oscurità totale, senza promesse, nè mutui soccorsi.
Più facile per i ciechi orientarsi
nel già noto, tastare appena sentimenti collaudati, sentirsi più sicuri.
E così, brancolando, ci salviamo. Almeno un po’.
Appresso ad un incantesimo non ancora finito.
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