lunedì 4 marzo 2013

Appresso ad un incantesimo non ancora finito



E’ un territorio  ormai conquistato il campionato di calcio. Assoggettato al bianconero juventino.
Dominio confermato anche sabato sera da una roccaforte che s’è permessa il lusso d’avanzare il baricentro arretrato e mettere la parola fine ad un torneo che il Napoli però, tormentato dal peso di troppe aspettative,  non ha mai tentato di schiudere.
Illusorio il gol di Inler. Una dilazione di una sentenza già discussa in contumacia da Buffon e compagni.
Il colpevole di tutto questo è Giorgio Chiellini.
Il suo sigillo impresso a fuoco vivo sul campionato in qualche modo, fa male perchè spegne,  un desiderio che prude, un'ansia di pallone che grida misericordia che  vuole ancora  essere torturata dagli sgherri del suo regno, dalle streghe che porta  nel suo  arroventato seno, dentro il ventre di un pallone ormai sgonfio.
Sotto tuttavia il nulla appeso alle lune altalenanti di campioni periodici da rotocalchi ricorrenti. 
Inutile sogghignare entusiasti.
Il loro vuoto  ciondolare  è anche nostro.
Noi che ci perdiamo e cerchiamo per strade sconosciute di incontrarci e non lasciarci sviare, ci ritroviamo nel buio.

Un'oscurità totale, senza promesse, nè mutui soccorsi. 
Più facile per i ciechi orientarsi nel già noto, tastare appena sentimenti collaudati, sentirsi più sicuri.
 E così, brancolando, ci salviamo.  Almeno un po’. 
Appresso ad un  incantesimo non ancora finito.

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