Dolce parola che agli sgoccioli t'insinui
del giorno franto,
posandoti negli interstizi nudi del mio tempo,
e ti imponi sovrana discreta alla memoria
avara di gesti cari e disadorni di misura.
D'inchiostro unico orpello,
t'abbatti sul foglio col fragore delle onde del mare
estremo respiro di una voce gonfia di nubi
e colma di parole
che scandisce all' infinito
la trepida urgenza di distinguersi
cosa tra le cose
e riconoscersi per un'istante viva
nel persistere vano dell'esistenza.
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