lunedì 25 luglio 2011

Ofelia e la sua canna aspiratutto




Summertime, time, time,
Child, the living’s easy.
Fish are jumping out
And the cotton, Lord,
Cotton’s high, Lord, so high.

Your daddy’s rich
And your ma is so good-looking, baby.
She’s looking good now,
Hush, baby, baby, baby, baby, baby,
No, no, no, no, don’t you cry.
Don’t you cry!

One of these mornings
You’re gonna rise, rise up singing,
You’re gonna spread your wings,
Child, and take, take to the sky,
Lord, the sky.

But until that morning
Honey, n-n-nothing’s going to harm you now,
No, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no
No, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no
No, no, no, no, no, no, no, no, no,
Don’t you cry,
Cry.

Che tipo che era Ofelia!!!!!
Le piaceva da pazzi imitare Janis Joplin. Non beccava neanche una nota dopo il secondo acuto ma sognava di far la cantante a tutti i costi.
Aveva anche provato ad infilarsi in qualche reality di cui adesso Antonio dopo il quarto wysky non ricordava neppure il nome e per sbarcare il lunario si dilettava a far pianobar nei locali.
Quelli dove gli sfigati sperano d'acchiappar qualche manichino profumato da usare come cuscino per la notte e i ricconi fanno tappa per mostrare il loro luccicante bendidio ad anime in vena di generosi omaggi epidermici.
Antonio si sentiva molto a disagio. Non era come quegli avanzi di galera e se non fosse stato che per accontentare la voglia d'esibizionismo sfrenato della sua nuova amica non sarebbe mai finito lì dentro.
Ofelia era una dolcissima ragazza mantovana che Antonio aveva conosciuto sul treno che da Mantova lo avrebbe portato a Thiene in provincia di Vicenza per delle ricerche su alcuni ritrovamenti archeologici di cui era bene accertarsi in vista di una relazione che avrebbe potuto fruttargli una possibile gratifica appena fosse tornato al lavoro.

Era travolgente Ofelia.
Canticchiandogli Summertime l'aveva letteralmente stregato.
La sua voce profumava di vita e sprizzava energia da tutti i pori.
Fu per questo che dopo averla seguita al concerto e averla portata a cena le chiese se poteva fargli sentire qualcosa in camera sua.
Lei accosentì subito desiderosa d'esprimere davvero le enormi potenzialità della sua voce.
Sembrava determinatissima.
Quella sarebbe stata la sua serata. Non ci sarebbe stata nessuna giuria a negargli le porte della gloria.
La situazione prometteva bene.
Neanche il tempo d'accomodarsi sul divano che lei senza tradire la minima emozione gli si inginocchiò davanti e dopo avergli sbottonato la lampo dei pantaloni s'impossessò del microfono e cominciò il suo concerto che tra molti bis e parecchi assoli durò la bellezza di tre ore e mezza.
Ad un certo punto ebbe un'illuminazione : forse la povera Ofelia non sarebbe mai diventata una cantante ma una provetta donna di servizio quello sì.
Quella sua canna aspiratutto gli aveva portato via anche l'anima e in vita sua non vide mai più un pavimento così pulito.

2 commenti:

  1. dopo mille volte che l'ascolti da le stesse sensazioni della prima volta..da brivido :)

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  2. Anche a me da le stesse emozioni..........
    Indescrivibili.........
    Per questo ho voluto che diventasse protagonista di un racconto..........
    Continua a seguirci!!!!!!!!!!!

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