Ritorno
al presente non e’ piu’ il titolo di un flop televisivo di Carlo Conti del 2005
ma l’amaro specchio in cui riflettere i destini di una Nazionale costruita in
fretta e male assortita con convocazioni opportunistiche e non rispondenti ad
un modulo di gioco troppo speculare per essere davvero incisivo.
Quasi
che la partita si dovesse giocare col termometro in mano, per tutta la
settimana l;Italia ha invocato un illegittimo time –out creando
involontariamente un umido alibi a tutti
i giocatori in campo i quali infatti, non hanno mai affondato il colpo
limitandosi a gestire un lento possesso
palla da balera estiva con Motta cosi ‘ orgoglioso della gentilezza di un
passaporto italiano da dimenticare del tutto la “garra” sudamericana.
Ai
costaricani non e’ parso vero approfittare della fragilità italiana troppo
legata a Pirlo (unico campione in rosa) frenata sulle fasce da un sopravvalutassimo
Candreva (ora il mondo lo conosce davvero)
e un arrangiato Marchisio incapaci di mettere in movimento il solito Balotelli
cui manca sempre qualcosa per conquistare il mondo.
Ieri
si e’ allontanato il mondo per l’Italia. Inutile corteggiarlo naturalizzando
scarsicriniti passeggiatori d’oltreoceano
(Paletta, Motta) quando di fronte hai un globo bavoso di gloria e riscatto.
Si
chiamino Ruiz o Bolanos non ha nessuna importanza. Le partite non si vincono
con l’estratto conto ne con i calcoli algebrici di una risicata differenza
reti.
In
Italia fioccano gia’ lagne di questo tipo. Secondo me a Cavani e Suarez (47 gol in due nei rispettivi campionati
d’appartenenza quest'anno
), queste giaculatore preventive non interessano e se
come credo, saremo sbattuti fuori da questo torrido Mondiale non sara’ punto scandaloso ma la logica
conseguenza di un movimento pallonaio che naturalizza senza valorizzare,
improvvisa senza programmare, perde e spera di passare, svanisce senza far
sognare.
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