domenica 15 giugno 2014

L'Italia ha ancora la faccia di Mario Balotelli



Dalla sauna  di Manaus l’Italia esce con una certezza:  ha ancora la faccia di Mario Balotelli. Sbalordita alquanto di tanto scetticismo. Ribelle al cospetto di un improvviso abbandono in ossequio al nuovo che avanza (Immobile )   intimorito s’acquieta   e paziente,  aspetta il proprio turno.

Caracolla indifferente  Mario da Palermo, col cuore pacificato da fioriti assensi certo  dal suo cilindro d’ebano  possa estrarre  magia.  E’ quasi non gli riesce alla fine del primo tempo con un pallonetto da lido Maria a puntellare  certezze rese friabili  da sciagurate defezioni (Buffon),   rovinose scelte (Paletta  fedele al suo secchiello  Sterling non l’ha mai visto ) e la caparbietà di Prandelli desideroso forse,  di disincagliarsi dalla schiavitu’ della maglia  juventina naturalizzando profili che non hanno nulla di autentico (perche ‘ Paletta e non Ranocchia, perche’ pre convocare  Romulo e non  dare una possibilita' a Florenzi? ).

Ironia della sorte e’ proprio un bianconero come otto anni fa in Germania Marchisio uno di quelli che ha sofferto di piu’ la consacrazione ad alti livelli di Pogba  a caricarsi sulle spalle le inquietudini azzurre  subito aumentate dai deliri di una difesa al limite della praticabilità tattica con quel doppio pilota in cabina di regia che in partite affrancate da esasperati tatticismi  come quelle di ieri funziona bene  ma contro avversari piu’ ruvidi potrebbe soffrire .

Non lo e’ piu’ l’Inghilterra di Roy Hodgson che in barba alla vecchiaia, sfoggia un calcio rapido frizzante e divertente.

E’ meno male che Rooney in mezzo a tutte quelle bolle sia rimasto inebetito altrimenti sarebbero stati dolori.

Spazzati via da tre punti che rincuorano ma non rasserenano, incoraggiano ma  con giudizio.

Se recupera qualche pedina (in infermeria c’e pure De Sciglio) questa Italia rabberciata e oscura  potrà dire la sua e inserire il proprio nome nella folgorante storia di questo Mondiale improvvisamente orfano delle rassicuranti geometrie della Spagna anche lei sconvolta da un’esosa naturalizzazione (Costa al posto di LLorente induce qualche filosofica meditazione ).

Se la riconoscenza di Lippi  quattro anni fa  non ha  pagato,  l’intuito di Prandelli potrebbe scrivere una pagina di calcio fresco e piacevole.

Non e’ il cocco  che servirebbe in queste ore calde e affusolate, ma ai tifosi italiani bramosi di calcio e divertimento va benissimo cosi.

Nessun commento:

Posta un commento