Dalla sauna di Manaus l’Italia esce con una certezza: ha ancora la faccia di Mario Balotelli. Sbalordita
alquanto di tanto scetticismo. Ribelle al cospetto di un improvviso abbandono in
ossequio al nuovo che avanza (Immobile ) intimorito s’acquieta e paziente,
aspetta il proprio turno.
Caracolla indifferente Mario da Palermo, col cuore pacificato da fioriti
assensi certo dal suo cilindro d’ebano possa estrarre magia. E’
quasi non gli riesce alla fine del primo tempo con un pallonetto da lido Maria a
puntellare certezze rese friabili da sciagurate defezioni (Buffon), rovinose scelte (Paletta fedele al suo secchiello Sterling non l’ha
mai visto ) e la caparbietà di Prandelli desideroso forse, di disincagliarsi dalla
schiavitu’ della maglia juventina
naturalizzando profili che non hanno nulla di autentico (perche ‘ Paletta e non
Ranocchia, perche’ pre convocare Romulo
e non dare una possibilita' a Florenzi? ).
Ironia della sorte e’ proprio
un bianconero come otto anni fa in Germania Marchisio uno di quelli che ha sofferto
di piu’ la consacrazione ad alti livelli di Pogba a caricarsi sulle spalle le inquietudini
azzurre subito aumentate dai deliri di
una difesa al limite della praticabilità tattica con quel doppio pilota in
cabina di regia che in partite affrancate da esasperati tatticismi come quelle di ieri funziona bene ma contro avversari piu’ ruvidi potrebbe
soffrire .
Non lo e’ piu’ l’Inghilterra
di Roy Hodgson che in barba alla vecchiaia, sfoggia un calcio rapido frizzante e
divertente.
E’ meno male che Rooney in
mezzo a tutte quelle bolle sia rimasto inebetito altrimenti sarebbero stati dolori.
Spazzati via da tre punti che
rincuorano ma non rasserenano, incoraggiano ma
con giudizio.
Se recupera qualche pedina
(in infermeria c’e pure De Sciglio) questa Italia rabberciata e oscura potrà dire la sua e inserire il proprio nome
nella folgorante storia di questo Mondiale improvvisamente orfano delle rassicuranti
geometrie della Spagna anche lei sconvolta da un’esosa naturalizzazione (Costa
al posto di LLorente induce qualche filosofica meditazione ).
Se la riconoscenza di Lippi quattro anni fa non ha pagato, l’intuito di Prandelli potrebbe scrivere una
pagina di calcio fresco e piacevole.
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