C'è un che
di commovente, e antipatizzante assieme, in quella parte d’intellighenzia italiana
che in queste ore, cerca di aggrapparsi
al fuoco della polemica innescata da Umberto Eco nei confronti dei social network e i suoi frequentatori.
Quasi fosse
un televoto, o un altro sciapo meccanismo per la caccia al pubblico, è
inevitabile che nell’immenso vuoto che c’è, si ammicchi a Twitter, Facebook e
qualunque ennesima forma di ciarleria virtuale.
Il risultato
è triste.
Mentre
l'offerta resta uguale a se stessa, tanto stanca da autocompatirsi, non evolve
l'interazione tra scatola cranica, cinguettii
e pollici sparsi e assortiti.
Ed è giusto
sia così.
Non è
pensabile, né oggi né chissà quando, che il popolo mastichi i social al punto
da esprimersi solo attraverso essi ;
Viceversa
saranno le logiche di mister Tablet a manipolare presto le nostre scelte , sviluppando
nuove forme di interazione e interemozione.
Banalità
evidente, mi strillo da solo, eppure degna di essere scritta.
Come quella di Eco in fondo ma dal merito indiscutibile : far riflettere sul
rapporto tra noi e la comunicazione digitale.
Un esercizio
di libertà, verrebbe da esultare a caldo; mentre a freddo prevale la delusione.
Nel senso
che l'architrave non regge come dovrebbe.
Qualunque argomento di cui si parli su FB, non vi è mai un solo elemento includibile nella
categoria dell'inedito.
Sullo
sfondo, volano parole e immagini sovrapponibili a mille altre.
Quanto al
versante social, il contributo da casa è, succube di mistress Modestia. Infarcito
di luoghi comuni e faccine salaci.
Al che
l'idea è di contattare il messaggiatore, e consegnargli un fattiungiro per la
superficialità sfoggiata.
Poi prevale
comunque una diversa considerazione e in tempi di crisi tutto allunga il brodo straparlonico
nazionale.
In fondo, il
gran merito di " Eco è disvelare
due false tesi:
la prima è
quella che vorrebbe larghe intese tra il popolo e i social worlds.
No, non ci
siamo ancora, e comunque non è questa la giusta strada.
Quanto alla
tesi numero due, secondo cui Twitter e parenti vari potrebbero contribuire a
una neo- democrazia popolare consiglio
il massimo dei freni a mano.
Strappate al
loro habitat, le magie di questi dolci acquari perdono spesso interesse.
E poi guardare un tramonto, tenendosi per mano è più bello.
Tuttavia è ancora più triste, chi dall'alto della sua livrea, s'acceca non riflettendo sul fatto che oggi la libertà va difesa in ogni modo . Anche quelli meno politicamente corretti e forse più umani.
Capaci di restituirci un Paese che sappia meno di naftalina e luoghi comuni. Pur di comodo ed
Eco.
Tuttavia è ancora più triste, chi dall'alto della sua livrea, s'acceca non riflettendo sul fatto che oggi la libertà va difesa in ogni modo . Anche quelli meno politicamente corretti e forse più umani.
Capaci di restituirci un Paese che sappia meno di naftalina e luoghi comuni. Pur di comodo ed
Eco.
Quoto Eco anche se faccio parte anche io di alcun social
RispondiEliminaEco non ha detto niente di di diverso da quello che pensiamo tutti noi: ossia non tutti quelli che son digitali son dignitosi.... Tuttavia son proprio dai social che emergono discussioni e tensioni costruttive in grado talvolta d'illuminare un futuro o forse, molto più banalmente una srada...
RispondiEliminaPer cui secondo me caro Re Anto la possiamo risolvere soltanto attraverso un uso più consapevole della parola.
Cosa ne pensi?
Un forte abbraccio.