Pari . Quattro sillabe a sviscerare l’angoscia
di non essere più primi e scoprire la calma letizia dei piccoli passi. Utili a
ritrovare sicurezza e stabilità (Inter), concreti automatismi (Juventus).
Perché al netto delle tante stelle in
campo, più che a una partita di calcio è parso d’assistere a un convulso
esercizio di stile, dove entrambe le squadre, hanno mostrato il meglio di se
stesse, accantonando per una sera, inestetismi e timori di stagione. Armonica e
muscolare l’Inter, sorniona e frizzantina la Juventus dove aspettando i nuovi
brillano ancora i vecchi desiderosi di
non ammainare la bandiera di migliori d’Italia. Barzagli e Chiellini iersera son stati monumentali respingendo al
mittente le multietniche velleità di
vittoria interista. In un incontro - sacre definizioni di Brera a parte - specchiante davvero la congerie dell'Italia
ultima: da una parte il mondo multilingue e integrato con le sue traverse
inflessioni e indomiti equilibrismi ( Inter),
dall’altra l’orgoglio di un'
Italia che non vuol scomparire e gagliarda batte ribatte, sbatte e lotta in mezzo a noi (Juventus), riciclandosi anche in ruoli non propri (Marchisio regista proprio non va) per ricacciare i fantasmi di una squadra quest’anno improvvisamente apatica, indifferente, svogliata e intorpidita e lasciar spazio alle lune altalenanti di un critico Pogba abbagliato dalla gloria di un numero di maglia che non gli appartiene, e la voglia di sfondare di Khedira. Ha preso un palo, il fascinoso tedesco. Per uno che è andato in rete al primo appuntamento, quasi un malizioso richiamo.
Italia che non vuol scomparire e gagliarda batte ribatte, sbatte e lotta in mezzo a noi (Juventus), riciclandosi anche in ruoli non propri (Marchisio regista proprio non va) per ricacciare i fantasmi di una squadra quest’anno improvvisamente apatica, indifferente, svogliata e intorpidita e lasciar spazio alle lune altalenanti di un critico Pogba abbagliato dalla gloria di un numero di maglia che non gli appartiene, e la voglia di sfondare di Khedira. Ha preso un palo, il fascinoso tedesco. Per uno che è andato in rete al primo appuntamento, quasi un malizioso richiamo.
I dilemmi alla Juventus son comunque altri. Si chiamano dovere di riattaccare
la spina, necessità di indirizzare al meglio le proprie logore risorse.
Ne avrebbe tantissime Cuadrado. Quando parte
il colombiano è tremendo. Il problema e che sembra più assecondare un istinto
che un’idea di gioco mettendo in difficoltà se e gli altri che, infatti,
inebriati dalle sue leve da centometrista, si smarriscono sul più be
llo. Stando al palo. Quello di Khedira e una
squadra partita tardi e costretta a risalire una vetta lontana.
Proprio come l’Italia tutta imprigionata
in un tempo altro rinvigorisce solo spalle al muro non demeritando nel complesso.
Proprio come la partita di iersera dove nessuna
delle due contendenti avrebbe meritato la sconfitta e gagliarde racimolano una
mollica di pane a testa.
Visti i tempi, credete, è già tanto.
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