Gennaio. Mese di spifferi, fioccate,
brividi. Pochi a dire il vero.
Indifferenti quasi. Soprattutto in sede di mercato dove con due soldi non puoi
garantir nulla se non prestiti in abbondanza.
Questi e non altro hanno alimentato i
deliri di queste settimane con poche, remunerate eccezioni. Queste pagelle
basteranno a evidenziarle?
Non lo so. Son sempre al verde. Non
certo Avellino giacché tifo Juventus.
E’ allora che si fa? Si va a iniziar che
venti squadre son lunghe da analizzar!
Atalanta 5 . Da una società maestra nel programmare quel
che sarà, era lecito attendersi qualcosa di più di Diamanti e Borriello.
Ha dato via Grassi, Moralez e Denis
incassando soldi e congedi.
Salvezza ormai in tasca è rimasta però statica.
Un’attitudine non proprio intima del futuro. Specchio riflesso di un’Italia che
proprio non ci piace.
Bologna 6. Lo so. Quel che sta facendo
Donadoni meriterebbe un voto più alto. Tuttavia puntare sullo svincolato e
intraducibile Constant, il contuso Zuniga di questi ultimi tempi, appare un
azzardo. A pareggiar le sunnominate insufficienze basta e avanza il puntuale e
tempista Floccari. Sarà comunque serie A.
Con un Masina e Giaccherini da Europeo. Conte pensaci.
Carpi 6. Ritornar sui propri passi
riacquisendo la purezza smarrita, a
volte val più di qualsiasi utopistica salvezza. Va cosi che dopo mesi di
squinternati cruciverba multilingue ,il Carpi si sbarazza di tutti i suoi
equivoci estivi per ritornar quel che era e forse sarà. Senza rimpianti e un Verdi in più.
Chievo 6,5. Se ti danno dieci milioni
per Paloschi, non devi star lì a titillare il pelo.
Se hai Inglese che scalpita e Floro
Flores duttile e reattivo in area di rigore la salvezza comunque in tasca . Il
resto e un campionato tranquillo da svagare con Ninkovic e Spolli tutta salute
e ancora tante soddisfazioni.
Empoli 6. Esce Barba entra Ariaudo. Sul
treno della coerenza i toscani stanno in prima classe. E sorridono felici.
Fiorentina 6,5 Beninteso, il ritorno di
Zarate era da collasso. Correggere il tiro con Benalouane, Costa, Kone, Tello
da squadra e società che crede ancora nella chimera titolo e dinamica si fionda
sul terreno di gioco. Senza i tempi morti Suarez e Rossi dare di più è quasi un
obbligo.
Frosinone 4. Sarà per un'altra volta. Ma
quando? I ciociari non han mai dato
l’impressione di credere realmente nella salvezza e di certo l’avvicendamento Pryima/Diakite
non cambia il verdetto di una retrocessione già scritta.
Genoa 6.
Entra Cerci esce Perotti . Questi i nomi lampanti della solita baraonda allestita
da Preziosi in sede di mercato.
La sufficienza è tutta per Gasperini il
quale riuscirà comunque a trarne profitto. Forse però i tifosi e la piazza
meriterebbero qualcosa di meglio di siffatti caroselli.
Hellas Verona 4. Peccato. Ad agosto
l’Hellas mi piaceva proprio. Non so cosa non abbia funzionato. So che adesso
quell’Hellas non c’è più. Andati via Rafael, Sala e Hallfredsson non puoi
sostituirli con Marcone, Gilberto e Furman. Retrocessione certa e permanenti
rimpianti alle porte per i figli di Giulietta.
Inter 5. Esce Guarin entra Eder ma i
nervi restano scoperti e lo spogliatoio in ebollizione.
Non è e non sarà l’italo brasiliano, la
panacea ma quei soldi che potevano esser spesi diversamente.
In fondo, in quella posizione Mancini ha
Jovetic e Lljaic. Non bastavano?
Serviva un centrocampista in
effetti.
Ma forse nell’Inter muscolare e virile
di questi tempi un ometto gracile e zuccherino sarebbe risultato un alieno.
Come Mateo Kovacic ad esempio.
Però vuoi vedere che quel ragazzino
croato gettato lo scorso agosto a cuor leggero e vaglia pesante nel salotto
buono del Real Madrid era l’uomo giusto ? Incredibile il geniale Mancini dei
tempi che furono non se ne sia accorto.
Juventus s. v. A dimostrazione che a
Vinovo non perdono tempo a inseguir chimere Marotta e Paratici trafficano sul
prodotto interno lordo assicurandosi i gioielli del futuro giocando di sponda
con il Sassuolo.
Mandragora, Sensi, Trotta son operazioni
da urlo. Aver trattenuto Zaza e recuperar Pereyra, mosse da campioni d’Italia.
Al momento solo il Napoli non è d’accordo ma da qui a maggio chissà.
Lazio 5. Il trentatreenne Bisevac non
può considerarsi un rinforzo. È un rattoppo in effetti. In estate i veri botti. Quest’anno ormai è andato.
Milan 5. Adriano Galliani non poteva
esimersi e puntuale non s’è sottratto al fascino retrò dell’ennesimo cavallo di
ritorno. Boateng rassegnati. Melissa è
meglio. Il resto è la solita ridda di speranze puntualmente deluse. Da
Berlusconi non ci si poteva attender di meglio e se anche i cinesi s’allontanano
vuol dire che hanno capito il Silvio prima di noi. Ahimè.
Napoli 6. Dalla capolista dalla panchina
corta era lecito aspettarsi qualcosa di più. Regini e Grassi comunque son
buoni. A Sarri farli diventar ottimi. Visti gli attuali esiti non si può non
pensare sarà così anche in questo caso.
Palermo 5. Zamparini per come gestisce
la sua squadra meriterebbe la retrocessione per direttissima.
Se quest’anno manterrà la categoria,
sarà solo perché Verona, Frosinone e Carpi son legittimamente inferiori.
Cristante resta un buon colpo. Attorno a
lui figurine trascurabili di una struttura deficitaria fin dalle fondamenta.
Roma 5,5. Zukanovic, Perotti, El
Sharaawi non son dei rinforzi plausibili. Se non rivisitazione di un progetto
scopertosi nudo di futuro e meta.
Ridicolo parlare di Europa League se
prima ciarlavi di scudetto. Patetico fare esperimenti a campionato in corso. Da
Spalletti si aspettava la scossa . Sembra invece la squadra stia regredendo e
un colpo di tacco non fa svolta.
Sampdoria 5. La squadra di per sé non
sarebbe neanche male. Quagliarella è un top. Tuttavia è la gestione Ferrero a
destar sospetti e preoccupazioni. E Montella non ci ha ancora capito nulla.
Sassuolo 7. Pur in sinergia con la
Juventus è la squadra che interpreta al meglio il senso del mercato di gennaio
programmando e pensando al futuro. Mazzitelli, Sensi e Trotta son operazioni da
urlo e uomini protagonisti ai prossimi Mondiali di calcio.
Scommettiamo?
Torino 6 . Immobile non basta. Il suo
ritorno è la certificazione che una rondine non fa primavera e certi titoli non
valicano che insulse alterigie private di cui con più raziocinio si potrebbe
far a meno.
Comunque la salvezza c’è e per
quest’anno va bene così.
Udinese 6. Non sempre Di Natale si è felici . Quest’anno la Befana è stata cattiva non regalando ai Pozzo la solita
gallina dalle uova d’oro stagionale.
Ragion per cui, per stare tranquilli
come non mai quest’anno l’Udinese ha fatto ricorso alla solidità
dell’esperienza di Kuzmanovic e Hallfredsson. Rude contrappasso della classifica
che chiude. Il pepe di Matos a restituirci quel friccicore tipico del sogno di
mezza estate che tornerà a schiudersi solo tra qualche mese.
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