domenica 13 gennaio 2013

Parma.- Juventus 1 a 1:Esegesi di una collettiva impossibilità



Una spalla non è un piede. E’ senza piedi nel calcio non si va in paradiso. Tanto più quando ti mancano le ali. La Juve ne aveva una riciclata ma utilissima: Kwadwo Asamoah tornato a casa sua per difendere i patri colori  del Ghana in Coppa D’Africa.

Al suo posto c’è Padoin. Manovalanza sufficiente ma non eccelsa. Un ritratto fedele di tutta la partita bianconera condotta all’insegna del vorrei ma non posso. E’quando non riesci ad oltrepassarlo uno scoglio non puoi fare a meno di batterci contro. Una strana coincidenza nel giorno dell’anniversario del naufragio della Costa Concordia con Buffon nei panni dello  Schettino di turno ad inchinarsi di fronte ad un Sansone qualunque i capelli del quale hanno beffato una difesa ancora orfana di Chiellini dove il sangue caldo di Caceres non ha ridato smalto ad una difesa improvvisamente diventata debole e confusa.

Quasi come il solito vanesio Vucinic davvero il compagno di bisboccia ideale per Giovinco.

Come scafati playboy, i due, son bravissimi nei preliminari ma difettano nella concretezza. Sanno sedurre ma non sodomizzare e Paletta e compagni non hanno avuto  difficoltà a fermarli.

Risibili poi le esagerazioni balistiche di Quagliarella. Rivendicazioni vaporose di una virilità smarrita.

Quella che può vantare la Lazio con la riscoperta di Floccari. Uomo da pochi gol ma tutti decisivi. Quella che sta ritrovando il Napoli con il super  Maggio di quest’inverno.

Un centravanti, un’esterno.

Un’ala, un’ariete.

Due nervi scoperti nella Juventus di oggi.

Due lacune da colmare se la zebra non vuoi far acchiappare.

Un ritornello che di certo Conte ripeterà spesso in queste settimane di mercato ai suoi dirigenti. A meno che non voglia ritrovarsi gli artigli dell’aquila addosso e le orecchie d’asino sulla testa.

Son meno pesanti delle corna, ma danno fastidio lo stesso.

Collodi, Pinocchio, e Lucifero insegnano.




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