Una
spalla non è un piede. E’ senza piedi nel calcio non si va in paradiso. Tanto
più quando ti mancano le ali. La
Juve ne aveva una riciclata ma utilissima: Kwadwo Asamoah
tornato a casa sua per difendere i patri colori del Ghana in Coppa D’Africa.
Al
suo posto c’è Padoin. Manovalanza sufficiente ma non eccelsa. Un ritratto
fedele di tutta la partita bianconera condotta all’insegna del vorrei ma non
posso. E’quando non riesci ad oltrepassarlo uno scoglio non puoi fare a meno di
batterci contro. Una strana coincidenza nel giorno dell’anniversario del
naufragio della Costa Concordia con Buffon nei panni dello Schettino di turno ad inchinarsi di fronte ad
un Sansone qualunque i capelli del quale hanno beffato una difesa ancora orfana
di Chiellini dove il sangue caldo di Caceres non ha ridato smalto ad una difesa
improvvisamente diventata debole e confusa.
Quasi
come il solito vanesio Vucinic davvero il compagno di bisboccia ideale per
Giovinco.
Come
scafati playboy, i due, son bravissimi nei preliminari ma difettano nella
concretezza. Sanno sedurre ma non sodomizzare e Paletta e compagni non hanno
avuto difficoltà a fermarli.
Risibili
poi le esagerazioni balistiche di Quagliarella. Rivendicazioni vaporose di una
virilità smarrita.
Quella
che può vantare la Lazio
con la riscoperta di Floccari. Uomo da pochi gol ma tutti decisivi. Quella che
sta ritrovando il Napoli con il super Maggio di quest’inverno.
Un
centravanti, un’esterno.
Un’ala,
un’ariete.
Due
nervi scoperti nella Juventus di oggi.
Due
lacune da colmare se la zebra non vuoi far acchiappare.
Un
ritornello che di certo Conte ripeterà spesso in queste settimane di mercato ai
suoi dirigenti. A meno che non voglia ritrovarsi gli artigli dell’aquila
addosso e le orecchie d’asino sulla testa.
Son
meno pesanti delle corna, ma danno fastidio lo stesso.
Collodi,
Pinocchio, e Lucifero insegnano.
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