giovedì 29 settembre 2016

Gli ottanta anni di Silvio Berlusconi e il modo in cui Mediaset ha deciso di onorarli

La notizia bomba è che oggi, dal teatrino biscione di Mediaset, è uscito un pensiero potente, e definitivo anche, che in quanto tale -come a volte capita, anche nelle migliori famiglie- non ha ottenuto il giusto riscontro.
Opportuno quindi, riproporlo in serie per confondere il peccato e mutarlo in gratitudine e innocenza.
Il riferimento e il caso son gli ottanta anni di Silvio Berlusconi e il modo in cui Mediaset ha deciso di onorarli. Dentature efficienti e ossessive floride di aneddoti e antenne. Di una supremazia traditrice e corrente.
Il tema, attenzione, non è da rubrica di Luciano Onder, bensì da fenomenologia della politica, ormai sempre più slegata da una fisicità effettiva, e trasfigurata in un tortino di auguri, sorrisi grati, trasposizioni televisive e suggestioni virtuali in salsa varia e avariata.
Il corpo vero, più o meno flaccido, più o meno sudato, più o meno impresentabile, quello di qualche deputato o sottosegretario che incroci per strada o sul sedile accanto del treno, è soltanto una protesi, un impiccio, uno strumento antico con cui fare i conti in vista del tracollo. E questi conti, è palese, non importano più a nessuno. Perché la vecchiaia assolve e un compleanno rabbonisce e guasta il flusso spazio temporale annichilendo gioioso tutto. Quello che si dovrebbe dire e genuflesso in un riverente inchino, pur sofferto improvviso soggiace al gaudio generale.
Per questo, il popolo più o meno della libertà non ha ancora mandato a casa il suo esausto leader, fragile contenitore di acciacchi e follie. E sempre per questo, è ostico per l'opposizione sostituirlo con un altro capo altrettanto evocativo. La potenza di Berlusconi, il suo sulfureo totem, è, infatti, estraneo al corpo: lo respiri nell'aria, nell'etere e nelle cose come un vizio da cui è difficile guarire. Anche il rottamatore Renzi non  ne è stato immune e i grillini l’han in qualche modo subito pur a distanza.
Merito o demerito, fate voi, della televisione e del suo figlioccio web, insuperabili nell'esibire il falso.


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