domenica 2 maggio 2010

Servo


Se il lavoro nobilita l'uomo, se è il mio lavoro ( estivo) a rendermi nobile, allora preferisco rimanere povero e continuare a fare la solita vita di sempre.
In un' epoca in cui il dramma del lavoro è all'ordine del giorno, lamentarsi per un impiego di due mesi è una cosa assurda ma provate per un attimo a mettervi nella mia condizione.
Sono intrappolato in un tabacchino, senza via d'uscita, con un viavai continuo di esseri umani, carne da macello senza maglietta e col pelo abbondante sul petto come a rimarcare la pura essenza mascolina; bikini striminziti racchiusi in cosce e seni abbondanti da cui straborda il lato peggiore di Napoli e provincia, quella Napoli che ha dimenticato i suoi grandi personaggi e che
è cresciuta nei palazzoni grigi di Scampia Secondigliano e periferie sconfinate.
Sei solo un servo e non c'è cultura che tenga difronte a gruppi di ragazzotti imbrillantinati che chiedono ricariche telefoniche e sigarette.
Ed è la sera il momento peggiore, quando nel buio di una movida calabrese corri alla ricerca dell'auto per trovare conforto in una doccia, una sorta di misogi casalingo che ti liberi dalle impurità della mente e del corpo.
Con la speranza che il domani sia un giorno migliore e che il primo settembre arrivi presto anche quest'anno.

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