lunedì 10 gennaio 2011

Si stagghi chi può!!!!!!!!!!!!!!!! Cronaca del mio primo Natale facebookkiano


E’ tutto finito. Anche l’ultima notte di festa è passata consegnandosi malinconica all’immenso album dei ricordi della vita. A voi l’arduo compito di scegliere dove metterli. Per quanto mi riguarda, non so dare un voto a questo Natale. Non ho ricevuto regali costosi e non avrò nulla da mostrare agli amici vantando marche e costi improponibili; ho però imparato una cosa: chi pensa che l’arte (spesso solo presunta), si trovi solo in lussuosi musei e angusti retrobottega, si sbaglia di grosso. Ognuno di voi guardi la propria casella di posta elettronica: o ancora meglio controlli il proprio profilo su Facebook. Fatto? Bene!sembra una galleria d’arte moderna non trovate? Piena di cartoline, animazioni, vignette, concerti per mucche pazze e polli ammattiti, messaggi erotici natalizi “montami sono la tua renna” canti natalizi miagolati da gatti, auguri telematici estendibili come la pasta per gli gnocchi del giovedì.
Ora, chi scrive queste righe non è un poetastro parente di Matusalemme che scribacchia con la penna d’oca: mi mancano l’età, la poesia e a pensarci bene le oche. Ho scoperto le mail da poco, Facebook da ancor meno e mi sono convinto che siano strumenti utili intelligenti e giusti (chi mi ha iniziato alle pratiche telematiche starà ghignando felice in questo momento). Ma anche le cose giuste, usate nel modo e nel momento sbagliato smettono d’essere intelligenti. E non sono nemmeno tanto utili.
Facebook è stata un’invenzione portentosa: istantanea, istintiva, veloce si è insinuato felicemente nella realtà italiana. Ma va usato con saggezza e criterio. Durante le festività soprattutto.
L’allegria della voce, l’emozione della sorpresa, la lusinga di un ricordo cui non si è preparati, l’impegno nel comporre un messaggio originale, scrivere una mail più lunga ed esaustiva possibile o addirittura compilare un biglietto d’auguri erano l’unica cosa che potevamo regalare agli amici o conoscenti.
Trascorrendo il Natale su Facebook mi sono accorto che in tempi come questi dove domina l’Autenticità Artificiale anche gli auguri, si sono contratti acquisendo una dimensione grigia e standardizzata come solo certi gessati o alcuni completi maschili neri avevano saputo fare.
Il merito di questa standardizzazione dell’auspicio va ad una @ la quale accompagnata dal nome della persona cui si desidera fare gli auguri attraverso la funzione “Condividi” permette di taggare inviare, segnalare i tuoi auguri direttamente a casa ops! Scusate sulla Home dell’amico/a compagno/a fidanzata/o moglie/ marito. Proprio come si faceva una volta. Solo che una volta quando si recapitava un biglietto d’auguri a casa di qualcuno che ti sta a cuore magari corredandolo con una frase carina la fidanzatina di turno presa da un’emozione più forte di lei, cedeva e ti faceva scartare il regalino prima di Natale (fidatevi l’ho provato ed è stato fantastico).
Ora le ragazze, il regalino se lo tengono ben stretto (c’è grossa crisi), e tutti noi abbiamo ricevuto raffiche di biglietti, cartoline arbre magique virtuali tutti uguali senza nemmeno il corredo di una parola. Spesso invece roboanti residui pubblicitari che raccolgono nomi ma non abbracciano le persone, alcune delle quali (come il sottoscritto), osservano, basiscono, e si domandano : perché questo? Perché oggi tutti sono disposti a tutto per avere tutto ma non si rendono disponibili al sentimento?
Risposte possibili: pigrizia, comodità, tirchieria.
Il sentimento ha bisogno di tempo prima di essere espresso. Su Facebook invece dove tutti sono amici di tutti per non far torto a nessuno tutti ma proprio tutti sono inseriti in file chilometriche e interminabili che quelle sulla Salerno – Reggio in confronto sono quisquilie.
Poi alla fine basta un “click” sul tasto destro del mouse è il gioco è fatto.
E’ tutto finito. È venuto quindi il tempo delle ammissioni che per quanto dolorose possano essere, fanno sempre bene. Non garantiranno un posto in Paradiso ma alleggeriscono la coscienza e purificano il cuore.
Siamo /siete poveri. No signorina: non si metta le mani in tasca. Non è educato. Stavolta il portafoglio non c’entra nulla. Si tratta di cuore. Tutti c’è l’abbiamo ma abbiamo smesso di usarlo. Ora lì al posto del cuore la maggior parte di noi ha una clessidra la quale centellina meccanicamente il tempo della nostra vita.
Il tempo. Cos’ è’? Anche di lui abbiamo perso cognizione.
Il tempo è l’unica cosa che possiamo regalare alle persone cui vogliamo bene.
Il resto si compra, si affitta, si noleggia, si duplica, si masterizza. Il tempo di un bacio, il tempo di un abbraccio, il tempo di uno sguardo, il tempo di un sorriso, il tempo di una risata, il tempo per rendersi conto che non si e soli al mondo, il tempo per rendersi conto che non si e soli al mondo e nel mondo, se lo guardi bene, con gli occhi larghi al punto giusto, qualcuno che ti capisce lo trovi, c’è, esiste, il tempo per una telefonata, il tempo per una mail lunghissima, il tempo per una idea originale, il tempo per una idea originale e bellissima spiegata in una mail lunghissima c’è l’hai, lo trovi, è tuo.
Invece? Auguri prodotti in serie, liste lunghe quanto un canto dell’Orlando Furioso, immagini sfavillanti di colori, ma opache di significato, sono ammissioni pubbliche di sentimenti tiepidi.
Anch’io (quando mi riesce), taggo. Ma non immagini. O almeno non solo. Parole. Essenzialmente, semplicemente, solamente parole. Nell’illusione spesso condivisa, queste possano suscitare un sorriso, un’emozione, un sentimento.
Abbiamo bisogno di uova. Servono galline. Ma nessuno (o quasi), si rende conto di quest’emergenza. E campano di tag.
D’altra parte spedire un’arbre magique, a cinquecento amici riuniti in una lista, richiede un battito di ciglia e un click sul dorso di un topo pure questo meccanico.
Qualcuno di voi dirà: visti i chiari di luna meglio che niente. Sbagliato. Stavolta vi anticipo accorcio io e dico: meglio niente.

3 commenti:

  1. mi ricorda tanto il mio articolo sul sileno "TVB" grandiosoooooooooo mi è piaciuto tanto questo post, gaetano sei me al maschile, grazie baci carmen

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  2. SEI UN GRANDE Mr.Gaethans
    ..."pochi capelli in testa"...

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  3. Ma un grande sogno da realizzzare......
    Grazie !!!!!!!!!!!

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