La sera questa notte cala monotona in un tono malinconico ed incerto.
Sento la stanchezza inseguirmi e farsi beffe di me.
Forse sarà quest'inverno che non vuol andare in vacanza, ma accidenti non ho mai avuto così freddo come in questo momento. Non lo so. Quel che è certo è che sono nulla e dentro questo nulla ho capito di non essere nessuno.
Nella mia vita ho coltivato grandi sogni ma nessuno di questi ha saltato l'immane staccionata della fantasia.
Sono stanco. Stanco morto.
Dalla guerra della vita torno senza più comete ne inutili perdoni.
Tra me e gli altri nulla oltre lo scudo della memoria ed un'apparente leggerezza impiastricciata di miele.
Punge la sera sullo sfiorare inquieto di una tormenta infinita. E mentre il cuore più non osa sento tutta la sete delle cose finite.
A che serve far valere una differenza. Puoi forse pareggiare. Esultare no di certo. La vita prima o poi ti ammonisce. Puoi urlare dall'alto di una montagna e battere pure il tuo stesso eco.
Ma in una terra sorda è abitata da mostri anche l'urlo si decompone.
E' così con l'ultima stilla d'umanita che mi resta, circondato da questi cadaveri in permesso, tiro dritto cercando un tetto di parole dove ripararmi.
Almeno stanotte morirò di meno.
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