Anche se gli almanacchi non lo certificheranno mai, lo dico io e me ne assumo tutta la
responsabilita': ieri la Juventus ha pareggiato. Impattato i conti con le superflue furbate di alcuni suoi dirigenti (Moggi, Giraudo), e cucito una terza stella che si legge 30 ma vale molto di piu. Il riferimento non e' ai famosi 32, ma ad una passione che non e' venuta mai meno nemmeno quando arenarsi sarebbe stato legittimo. In mezzo, quest'anno ci son stati tantissimi alti (12 vittorie consecutive, record di punti, gol imbattibilita' e profondi bassi ( le quattro sberle di Firenze), ma capaci di adrenalicizzare chi della grinta e della rapidita' fa il suo pane e mortadella (Tevez), e leoni dormienti ( LLorente), santificare piedi (Pirlo, ilPapa Francesco di Vinovo), conclamare assi (Pogba) e spazzare via icone del recente glorioso passato (Trezeguet) e dinoccolati giocolieri incapaci del colpo grosso (Vucinic). Se poi sfogliassimo l'album degli orrori bianconeri troveremo anche Anelka e Bendtner, Elia e Osvaldo. Ma non e' il momento di perdersi in buchi neri. E' ora di celebrare la terza stella. Sperando Agnelli, Marotta e Paratici trattengano il Messia bianconero all'infinito e oltre. Antonio Conte non e' juventino e ' basta, e ' la Juventus punto. Il legame che il gianduiotto leccese e' riuscito a creare con il pianeta Juventus meriterebbe un approfondimento di Adam Kadmon. Egli e' buon senso ed equilibrio, ironia e passione allo stato puro.
Mentre il Charlie Brown che e' in ognuno di noi schiuma incertezza, lui filosofeggia sicuro guardando lontano. Con entusiasmo e pazienza allungando misteriose scie nell'aria. Rigorosamente a tinte bianconere. I colori migliori d' Italia.
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