Ci voleva davvero Benigni e il suo cavallo bianco a resuscitare quel sentimento nazionalpopolare morto ormai da troppo tempo;in una serata sanremese all’insegna del Risorgimento,con inizio comico e scontato (da Ruby al bunga bunga il passo è breve) e finale classico con spiegazione dell’inno di Mameli.
Su una cosa però il comico aveva ragione: Cavour,Mazzin e Garibaldi hanno dato tanto alla politica e all'Italia,i nostri politici hanno avuto solo modo di arraffare e di arricchirsi.
Il 17 marzo festeggeremo quindi i 150 anni dell’Unità d’Italia in un paese spaccato da divisioni politiche,razziali e religiose:
- La Lega contraria alla festa per le ragioni che tutti sappiamo( il sud è da sempre sulle spalle del nord e il federalismo è l’unica strada per la salvezza);
- Fini,La Russa e Berlusconi orgogliosi del tricolore,avranno un motivo in più per mandare giovani vittime a morire in Afghanistan;
- La Chiesa parteciperà ai festeggiamenti (ri)pensando allo smacco subito a Porta Pia e a cosa far indossare a Papa Giovanni Paolo II durante la sua “esposizione” il primo maggio.
Per quanto mi riguarda – vista l’attuale situazione economica e sociale del mio paese – il 17 marzo non imbraccerò la bandiera italiana intonando a squarciagola “Fratelli d’Italia l’Italia s’è desta…” ma celebrerò San Patrizio,vescovo e patrono d’Irlanda, ritrovando il mio patriottismo perduto sul fondo di una pinta di Guinness.
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