mercoledì 20 aprile 2011

Il polipo di periferia

 In via del tutto eccezionale, riceviamo e pubblichiamo il post di un caro amico,Vicky Scarface.

Passeggiando per le vie di una sonnacchiosa cittadina, camminando nei vicoli stretti di un paese, o nei viali alberati di una grande città si possono fare incontri singolari, ci si può imbattere in personaggi strani degni di un romanzo noir, o di un film erotico di terzo ordine. A me è successo, credo anche a voi. Tra questi soggetti che potrebbero stare tranquillamente in un libro di Freud, uno dei più fastidiosi è il polipo di periferia. Apparentemente inoffensivo, ti scruta con occhi da trota salmonata, con un sorrisetto stampato sul volto detestabile, al punto che se lo incontri dopo aver pranzato, rigurgiti il cibo. Appena apre bocca, si lascia andare a un fiume di parole annunciatrici di grandi progetti, di grandi cose. Lui stando a quanto dice, potrebbe risolvere qualsiasi problema. Potrebbe buttare giù la cattedrale di San Pietro e ricostruirla in due giorni più splendida di prima. Puntualmente di questi grandiosi progetti resta solo il fumo di vane parole perse nel vento, perché finiscono per non essere realizzati. Se si cerca di discutere di argomenti diversi da quelli da lui proposti, o meglio imposti, ci si rende immediatamente conto che il soggetto in questione, ha un tasso intellettivo pari a quello di un gallina lobotomizzata. Questo incrocio tra il gallo cedrone del film di Verdone e un manager fallito di un grande ditta, muta di pelle non appena appare all'orizzonte una fanciulla. Non importa se sia graziosa, alta, bassa, mora o bionda, magra o robusta, ciò che conta è che sia di sesso femminile e che respiri. Alla vista della ragazza i suoi occhi di trota si tramutano in attendi scandagli. In due secondi squadra la malcapitata dalla testa ai piedi cercando di individuarne i punti sensibili. Successivamente le sue mani cominciano ad ondeggiare nell'aria come mulinelli impazziti, il suo sorriso si apre sulla sua bocca da cinghiale e le narici si gonfiano come quelle di un bue muschiato nella stagione degli amori. Con passo veloce, repentino si avventa sulla preda, non lasciandole neppure il tempo di reagire, di protestare o di proferire parola alcuna. Le sue dita diventano tentacoli che si appiccano sul corpo della donna, Ventose difficili da fermare che si incollano in ogni punto possibile del corpo femminile. Marca il territorio con spruzzi di frasi pescate da chissà quale libro. La sua bocca si apre e si chiude vomitando stronzate a ripetizione, e inesorabilmente le sue labbra da mandrillo infoiato si poggiano sulla guancia della donna di turno, si stampano rumorosamente lasciando sbigottiti i presenti. Se è seduto il polipo, ondeggia come al torre di Pisa avvicinandosi alla donna e atteggiandosi a latin lover. Il polipo, nella sua mente bacata è convinto di essere un rubacuori, un Don Giovanni, in realtà è solo un esemplare tentacolare di periferia che cerca qualcuna disposta a prenderlo in considerazione. Di questi soggetti ce ne sono molti in circolazione se li vedete all'opera non esitate a difendere la ragazza che rimane impigliata nella sua rete e sputate in faccia al polipo o spernacchiatelo. Difatti non c'è peggior offesa per questi esemplari trogloditi che quella di metterli di fronte alla loro stupidità facendoli scadere nel ridicolo.

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