C’è una marea di fighe impressionanti nel bar dove sono seduto a prendere un caffè: ragazze che fanno finta di studiare, che parlano sdraiate su divani, che baciano i propri partner.
L’odore dei panini è forte, la gente mangia convulsamente come maiali nella stalla, si ingozza di cibo da quando nasce a quando tira le cuoia, mangia e caca senza sosta e ogni tanto si ferma per scopare, per creare altri maiali.
A pochi metri da me, un ragazzo è morto per una canna di troppo ma gli amici diranno che era pulito, ricorderanno le sue battaglie per gli studenti e l’università.
Ne faranno un martire della lotta pacifista; a sua madre asciugheranno le lacrime dicendole che era un eroe, morto per una disgrazia che poteva capitare a chiunque.
“Panda” è morto come ha vissuto, creando scompiglio e disordine, stravolgendo quel sistema che aveva sempre contestato.
Al suo funerale i pugni si solleveranno al cielo, per un ultimo grande saluto; al mio, Samuel Barber suonerà il suo adagio.
Morire da protagonista, ha tutto un altro sapore.
Nessun commento:
Posta un commento