domenica 18 aprile 2010

Dafne


Ricordo ancora il giorno in cui vidi Dafne per la prima volta ( perché così avrei voluto chiamarla e penso di farlo ancora).
Forte dei miei diciannove anni , mi avvicinai ad una ragazza dall'aspetto mediterraneo e dalla parlata strana: un dialetto umbro che rendeva ogni parola, anche la più brutta e sgraziata come il mio nome, terribilmente dolce e soave.
La “ g “ di Biagio scorreva fluida come acqua sulla roccia e mi rendeva con poco l'uomo più felice del mondo.
Con Dafne posso dire di aver scoperto l'amore e di averlo lasciato li con lei.
E dal 2004 vivo con lo spettro di Dafne nella testa e non c'è più spazio per nessuna.
Birre sigarette o cocktail non possono fare il miracolo; solo la musica e qualche lettura possono alleviarti il dolore.
Sei anni.
Sono sei anni che non provo più nulla per una donna se non a livello fisico.
E vivo in questa specie di dimensione parallela dove passo per un cinico bastardo e figlio di puttana.
Magari è vero e mi piacerebbe anche esserlo, un po' come “ Il Freddo “ di Romanzo Criminale.
Oppure la spiegazione è un'altra: pretendo troppo da me stesso e dalle donne.
O sono magre o sono grasse o sono brutte o sono stupide.
Eppure guardandomi allo specchio sono l'ultimo a dover parlare.
Forse è che voglio rimanere solo ancora un po' e le coppie preferisco guardarle da lontano mentre si allontanano mano nella mano nella bolgia di un sabato sera mentre fumacchio una marlboro e ascolto jazz seduto in macchina.

1 commento:

  1. Parole sante amico mio parole sante...
    Non capisco quelli che si innamorano sempre. I sentimenti sono come le parole. Importanti. Ma gli esseri umani li scambiano come fossero figurine. Ma l'amore è come Pizzaballa. Raro.

    RispondiElimina