mercoledì 27 aprile 2011

Alta fedeltà


Contare fino a cinque. Quasi per sezionare la vita e controllarla. Una passione selvaggia per aggredirla. Tanta buona musica per colorarla e una donna per viverla.
Sembrano regole di vita.
Sono le armi di Rob Fleming protagonista del libro "Alta fedeltà" di Nick Hornby.
Ho finito di leggerlo l'altra notte ma la sua magia non mi ha ancora abbandonato. Ne sono contento perchè c'è sempre tempo per dimenticarsi.
Rob il protagonista della storia, ricorda invece. Ricorda per non dimenticare e per non essere dimenticato. Sceglie di occupare piccoli spazi perchè non ha scarpe sufficientemente grandi per percorrere i grandi viali alberati che circondano la vita delle persone che contano.
Leggendo alcune recensioni, ne era venuto fuori un ritratto a dir poco abominevole. Un bamboccio che non ha nessuna voglia di crescere, nessuna ambizione, zero prospettive.
Non sono d'accordo. Per me è un eroe. Alla stregua di Superman.
Un uomo di 35 anni che ad un certo punto della sua vita, decide di impadronirsi di sè e raccontarsi senza pudori nè meschinità è un uomo con del fegato. Narra per resistere Rob. Per continuare a essere strettamente personale in una società assolutamente impersonale.
Decisivi in questo senso, i suoi amici Barry e Dick. Due persone dolcemente mediocri che sembrano raccogliere entrambi pregi e difetti del protagonista, e che senza volerlo, costituiscono la molla che spinge Rob ad evolversi.
La vita si svuota quando si resta a guardarla per troppo tempo. E nemmeno una passione pazzesca può salvarti a quel punto.
Bisogna fare qualcosa. Rob chiama allora. Chiama le sue ex per capire se ne è valsa la pena. Perchè il passato è importante. Riscoprirlo alla luce di una nuova consapevolezza ancora di più.
Si trova di fronte a donne frivole che in fondo, non hanno bisogno di lui e forse non lo avevano neanche capito.
Bisogna aver fegato per comprendere un tipo come Rob. Bisogna comprendere di aver dei limiti per provare a superarli o commettere l'azzardo di conviverci. Bisogna esser onesti con se stessi per farlo. Un mestiere che in pochi nel corso della propria esistenza praticano. Anche perchè se lo si fa con la dovuta convinzione, spesso si è costretti ad ammettere d'aver sbagliato e ci si accorge che quello che magari un giorno si riteneva giusto poche settimane dopo non lo è più e allora si è presi da una irrefrenabile voglia di tornare indietro e ricominciare tutto da capo come se nulla fosse accaduto.
Non è facile tornare indietro.
Solo una se ne accorge, solo una sembra riuscire a farlo.
E'Laura la sua ragazza che all'inizio del romanzo lo aveva lasciato per Ian una macchina del sesso umana e poi, addirittura ad un certo punto gli compra il locale dove lui faceva il dj da ragazzo.
E d'improvviso il tempo sembra essersi fermato ed ecco che lui e di nuovo lì alla consolle a mettere i dischi e lei là poco distante ad osservarlo con occhi materni. Tutto come all'inizio della loro storia d'amore.
Perchè a volte regredire non è peccato.
Ritornare sui propri passi nemmeno.
La cosa importante è essere pronti ad avvolgere e a riavvolgere costantemente il nastro della propria vita aspettando di capire bene cosa metterci.

2 commenti:

  1. Un libro che ti prende e ti porta via.

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  2. Lontano ma allo tempo vicino alla mente e al cuore di tutti moi...
    Benvenuta tra noi Overthewall91!!!!!!!!!!

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