Dalla contesa della vita, dal lento consumarsi dei verbi, da volti corrucciati e indagatori, sono uscito vivo.
Placando ogni sciocca blandizia, zittisco con garbo il fanciullo che è in me.
Niente aquiloni oggi per lui; altri colorano allegramente il cielo. Non il mio però. Purtroppo. Irrimediabilmente.
Ognuno ha il suo albero mangia aquiloni dentro di sè.
Io, a pensarci, non ne ho bisogno. Mi divoro da me.
Io, a pensarci, non ne ho bisogno. Mi divoro da me.
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