mercoledì 11 febbraio 2015

La prima serata del Festival di Sanremo e le promettenti tette di Emma Marrone



Se l’obiettivo della televisione pubblica italiana, è intontire l’umana coscienza, offrendo rassicuranti epifanie di trascorse generazioni, allora Carlo Conti è quello che ci vuole. Inosservato, passa indifferentemente da un ranuncolo all’altro facendo quello che gli riesce meglio: il vigile della buona creanza televisiva. Se non fosse per la carnagione scura, e allora quando lo vedi pararsi incontro le bizzose chiome dei supposti eredi del bel canto italiota, sembra più un lavavetri speranzoso di grattare le impurità altrui piuttosto che lucidare a dovere le proprie magnificenze.

Ne avrebbe ben tre a disposizione ma se ne intravvedono solo una e mezza. Una appunto è non è  neanche italiana.  E’ spagnola è si chiama Rocio ma se in quattro ore di messa in onda le fanno dire tre proverbi qualche spina c’è l’ha pure lei è che si faccia deflorare da Raoul  Bova non rende l’idillio più pio.

La mezza ha le fattezze delle tette della Marrone che avrebbe tutte le tonalità per intonarsi bene con lo scuro conduttore se solo potesse esprimersi oltre la chiostra perenne di circostanziati sorrisi.   Serenità formato famiglia come quella che vorrebbe infondere la calabrese casata Anania. Sedici eredi dai capelli biondi e dalle devote ascendenze.

Ottimi per gli spot del Mulino Bianco. Buonissimi per un Festival che svolto nel 2015, ricalca dettami del Sessantotto. I ciuffi impazziti di Malika Ayane e i Dear Jack, non hanno nulla da invidiare a quelli di Bobby Solo e Little Tony. Con una fondamentale ma essenziale differenza: Roberto Satti e Antonio Ciacci volevano aprire una strada.   I summenzionati cantori s’ingorgano a vicenda nella chilometrica playlist di un distratto Ipod.

Dove potrebbero star bene anche i riuniti Albano e Romina in una botta di nostalgia canaglia che non riscalda nessuno perché il sole se l’è preso tutto il cauto Conti. Così circospetto da non far sedere nemmeno l’unico ospite  che qualcosa di sensato la vorrebbe dire. Fabrizio Pulvirenti medico di Emergency guarito dal terribile virus dell’Ebola. Ma in ossequio alle legge non scritta secondo cui un ospite dopo tre minuti puzza viene ricevuto in piedi accomiatato in fretta.

Perché l’importante a Sanremo è la musica o quella che le multinazionali discografiche spacciano per tale. E’ allora andiamo giù di limone duro con Tiziano Ferro e  gli Imagine Dragons che steccano pesante ma in mezzo a questo tramvai radiofonico sembrano George Mickael e i Beatles. Si perché in questa enorme pillola della pace ligure  a mancare è proprio la limpidezza. Sovrastata dalla necessità d’andare avanti con la scaletta, manca il tempo d’entrare in empatia con l’atmosfera, o, molto più prosaicamente, tifare per qualcuno.

Ne consegue che nessuno si distingua davvero nella lenta celebrazione del rito passando inosservato nello svolgimento di temi dai seguiti scontati e risibili dove il giusto non basta e il disgusto monta di fronte alle rivoltanti battute di un immondo Siani e lo sconcerto aumenta quando intercetti una certa Lara Fabian che italiana non è e lì forse non dovrebbe essere. Come molti altri in fondo.

Grignani, Britti, Nek la loro carriera l’han già fatta perché cercare ulteriori ribalte?

Per sconvolgere un pentagramma discendente, un soliloquio pesante prima dell’estrema lacrima. Quella che sfugge alla vivace Emma che liberata dalle sue pene amorose congeda rispettosa note scomparse prima del limite in una macedonia di bianco e nero difficile da digerire se ad accompagnarti verso la fine di questo primo veglione di Sanremo incroci il viso spastico di Arisa e il deretano formato famiglia di Mauro Coruzzi.

Sono una finestra sussurra a una Grazia Di Michele alquanto penosa.

Beh, ve l’ho confesso cari lettori.

Vorrei esserlo anch’io. Una finestra appunto.

Per gettarmici dentro e non guardare la seconda serata del Festival di Sanremo.
Ma credo che le promettenti tette della bionda Marrone non approverebbero

2 commenti:

  1. Ci sei andato giù pesante. Così mi piaci!

    La seconda serata non è stata salvata manco dalle promettenti tette della Marrone, che se ne sono state a cuccia dietro abiti castigatissimi.
    Lo sconforto è diventato quindi totale.
    Se non altro ci hanno risparmiato gli Anania... :)

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  2. Ciao Marco! Ti seguo nel cordoglio tettonico e ringrazio del complimento sincero. Detto da te poi che sei un mito della Rete è quasi un'investitura.
    Per quanto riguarda il Festival speriamo in meglio. Ma le cover non annunciano nulla di buono. Anzi stasera Sanremo lo vedo nero.
    Che dici?
    Troppo Carlo Conti Marco?
    Un forte abbraccio e a presto!!

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