lunedì 6 giugno 2011

Battiamo il quorum


“Per me conta il gioco di squadra”.
“Bisogna unire lo spogliatoio”.
“Siamo ai minuti di recupero”.
“Si avvicinano i calci di rigore”. “Autogol? Direi di no”. Domanda: chi, negli ultimi tempi, ha pronunciato queste frasi? Maurizio Mosca prima di lanciare una delle sue “bombe”? L’uccellino della pubblicità Uliveto? Aldo Biscardi che ha improvvisamente imparato l’italiano? Risposte sbagliate. Le frasi vengono dalle pagine politiche dei quotidiani. Giornate eccezionali? Per nulla. La metafora sportiva- dal giorno in cui Silvio Berlusconi “è sceso in campo” (trasformando l’incoraggiamento per la nostra Nazionale nel nome del suo partito)- non ha conosciuto momenti di stanchezza. Motivo? Più d’uno, probabilmente.
Innanzitutto, chi parla in questo modo ha l’impressione di essere capito. Dire “Si avvicinano i calci di rigore”, per me tifoso della Juventus (Old Trafford, 28 maggio 2003) è un concetto dolorosamente chiaro: meglio evitarlo. Solo il pensare al modo osceno in cui il benemerito David Trezeguet ha calciato quello stramaledettissimo rigore mi fa venire da vomitare. Un’equivalente espressione idiomatica- “Siamo agli sgoccioli”- ricorda il tempo felice in cui la gente imbottigliava il vino e travasava l’olio.
Attività che, a torto o a ragione, oggi non vengono considerate particolarmente eccitanti. Un secondo motivo per cui gli uomini più importanti (politici in testa) amano la metafora sportiva: sperano di suscitare entusiasmo. Volete un esempio? Presto detto. Qualche anno fa, quando Romano Prodi ha voluto commentare le apparenti ostilità tedesche al nostro ingresso nella moneta unica, non ha affrontato (saggiamente a mio avviso altrimenti l ’avrebbero lapidato in diretta) la questione (ancora irrisolta ahimè!) del debito pubblico complessivo. Ha evocato invece un momento d’euforia collettiva “La Germania si ricordi d’Italia – Germania 4 a 3. Abbiamo già vinto una volta ai supplementari”. Si trattava- riconosciamolo- di un meschino tentativo di riparazione rispetto all’infausta dichiarazione precedente secondo la quale (siamo alla vigilia degli ottavi di finale del Mondiale 98) avremmo sempre secondo il buon Prodi dovuto far vedere “i sorci verdi” ai francesi. Al confronto con questi simpatici roditori, ricordare quella magica notte messicana provocava (in tempi in cui nessuno più cantava l’inno) fermenti patriottici.
Le settimane seguite al tragico 11 settembre hanno provocato una recrudescenza del fenomeno. E’ capitato di leggere “contropiede dei mujaheddin” e “autogol degli americani (che non sanno neanche cos’è un gol: figuriamoci un autogol).
L’aspetto epico- sportivo, sembra di capire, risveglia la gente dal torpore. Allora svegliatevi anche voi amici Politici, prima che sia troppo tardi. Mi raccomando, è importante.
Come è importante ciò che farete voi cari/e lettori/lettrici il 12 e 13 giugno prossimi.
Anche per questo importante appuntamento con la propria etica c'è in giro un bellissimo slogan ; "Battiamo il quorum".
Insieme possiamo farcela!!!!!!!!

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